di Daniele Gattolin, IK1EGC
Premessa: le seguenti considerazioni nascono, nella loro sostanza, alla fine del picco del XXII ciclo solare. Alcune di queste, a distanza di sette anni, rimangono a parer mio attuali, altre sono comunque sempre valide indipendentemente dal ciclo solare.
Questa vuole essere l' analisi delle caratteristiche e dei fattori che fanno di un radioamatore dedito al DX, un DXer più competitivo di altri. È forse un modo per autocommiserarsi, per trovare giustificazioni al perché dei new-one persi, alle aperture mancate, ai pile-up non passati; sicuri comunque di essere in buona compagnia.
L' utilizzo dei sei metri mette in risalto, a parere mio più che in ogni altra banda, le doti dell' operatore. Consigli come: "ascoltare, ascoltare, e poi ancora ascoltare" oppure, "girare VFO e antenna in continuazione", diventano un imperativo su questa frequenza.
Aperture imprevedibili, segnali "piccoli", poca
potenza a disposizione, essere in grado di usare il CW; sono queste
alcune delle difficoltà cui si va incontro.
Per alcuni l' uso della telegrafia non è assolutamente una
difficoltà, per altri il non saper gestire in questo "modo" un
minimo di QSO, del tipo: nominativi, rapporto, locatore, saluti,
può essere una grossa
limitazione.ibStazioni come: ZP6CW, ZD8LII,
EK6AD, 4K6D .... fanno quasi o solo esclusivamente traffico in CW, e
spesso da questi country, non ci sono altri operatori.
Resta inteso che, tutti i casi in cui il segnale da lavorare è
al limite, non esiste alternativa: il CW !!! L' occasione sicuramente
non mancherà e potrebbe essere unica in un ciclo
solare.
Se fra l' antenna e il segnale potenzialmente al
limite della comprensibilità, si inserisce un "robusto"
ostacolo (montagne, colline, castelli, chiese...) bisogna
dimenticarsi di ascoltare qualche cosa via F2. I segnali arrivano
molto bassi sull' orizzonte (più che in HF), basta poco per
attenuarli. In HF una posizione sfavorevole, orograficamenete
parlando, può più o meno attenuare i segnali, in genere
però se il collegamento non è fattibile, è molto
probabile che si ripresenti l' opportunità, magari con
una stazione diversa e migliore
propagazione.
In 6metri non è cosi, le stazioni sono poche, le aperture
vanno sfruttate al massimo, non si è certi se si
ripresenterà l' occasione.
In generale, per noi italiani, avere la stazione
in pianura, lontana, dalle Alpi e/o dall' Appennino è
sicuramente un vantaggio.
Altra variabile importante è quella dell' orario, in cui
potenzialmente può avvenire un' apertura.
Fa parte del "manico" di un buon DXer saper scegliere
in quale direzione ascoltare in funzione dell' orario della
giornata. Purtroppo nella maggior parte dei
casi questa selezione è fattibile solo nei fine settimana,
impegni di famiglia, partner e prole permettendo!
Orari di lavoro da dipendente, tipo: 0800-1700 o
simili, non consentono, durante la settimana, di seguire le aperture
a mezza mattinata verso Est e nel primo pomeriggio verso Ovest.
Alcuni studenti, i liberi professionisti, o addirittura i pensionati,
possono forse, scegliere più liberamente se dedicare qualche
ora durante la giornata, per seguire l' evoluzione di un' eventuale
apertura. Non si stupiscano quindi i
lavoratori dipendenti se, nell' intorno del picco del ciclo solare,
tornando a casa il pomeriggio scopriranno di aver perso: verso le
10.00 UTC un apertura con l' Australia e intorno alle 14.00
UTC, una verso i Caraibi e/o gli Stati Uniti.
Non resta che sperare nel week-end o in qualche giorno di ferie preso
al momento giusto!
Per ciò che riguarda l' equipaggiamento, si presume che sia affinato al meglio. Complessivamente 500W ERP possono essere sufficienti.
Caratteristica propria di ogni DXer è il
cosiddetto "manico".
Il "manico" di un operatore è il sinonimo che indica tutto l'
insieme di caratteristiche, capacità, malizie
tecnico-operative che gli permettono di essere al posto giusto nel
momento giusto. Questa capacità non si
compra e non si apprende in pochi giorni.
È frutto di molte ore passate in radio, di
esperienze su altre bande, di letture, di consigli, di fortuna, e
forse una certa dose di "manico" è innata.
Ha sicuramente un grosso peso percentuale nella
buona riuscita di un collegamento, in rapporto ad altri fattori
quali: potenza, orografia, ecc.....
In 50MHz, proprio perché banda di confine, è meglio
avere esperienze operative sia in HF (anche solo come SWL), che in
VHF.
Nei periodi in cui vi è propagazione via F2
e TEP, in genere tende a prevalere l' esperienza HF. Capire come si
muove la propagazione, gestire il pile-up, riconoscere al volo
nominativi esotici, operare in CW.... In altri
periodi prevale quella VHF: la buona conoscenza dell'E-sporadico, la
ricerca del segnale al limite, l' affinare il puntamento dell'
antenna, saper sfruttare al meglio la propagazione via Tropo, le
riflessioni, la velocità nel fare i collegamenti....
Riuscire ad amministrare al meglio l' insieme di queste esperienze,
risulta essere sicuramente un' arma vincente.
MORALE DELLA FAVOLA:
Il DXer 50MHz ideale ha esperienza mista VHF e HF, conosce la telegrafia, usa un' antenna "lunga" (non una verticale) e potenza "adeguata", non vive in nord Italia, non è sposato, non ha figli, non ha orari lavorativi rigidi.
Visto e considerato, che saranno in pochi a soddisfare i suddetti requisiti, ci si consoli quando non si riuscirà a lavorare qualche apertura o il country mancante: "sarà per il prossimo Ciclo Solare !".....Con un pò di pazienza.